Non è detto che il nichilismo porti il fantasma della messa in scena incentrata sulla dialessi spaziale alla formula che preservi il male dal tocco divino del divampante oltraggio ellittico.
Se si volesse intendere l’oblìo come un nuovo inizio bisognerebbe cercare al fondo dei sistemi per poi trovare il Nulla. Il nichilismo può portare alla mancanza di una moralità dello sguardo. La morte ne esce vittoriosa, come aver deciso l’anullamento della forma stessa. Il pudore di un pensiero così estromesso dal reale concetto di filosofare l’Inestimabile viene corrotto dalla più totale mancanza di una dialettica come strumento di disvelamento e di percezione del dolore.
Una prova massima (la più estrema e delirante) del pensiero autodistruttivo e “maudit” di Abel Farrara. Per me il suo film più misero e inconcludente, una cattivo esempio di filosofia spicciola.