Re Artù e i suoi cavalieri vanno alla ricerca del sacro Graal, il viaggio diventerà presto per un’avventura tragicomica.
Diretto da: Terry Gilliam, Terry Jones
Genere: commedia
Durata: 91'
Con: John Cleese, Terry Gilliam
Paese: UK
Anno: 1974
Monty Python e il Sacro Graal è il secondo film per il cinema dei Monty Python, il primo film basato su un soggetto originale e il secondo dopo lo sperimentale E…ora qualcosa di completamente diverso (1972).
Questo’opera datata 1974 potrebbe essere considerata la prima per Terry Gilliam, che divide il ruolo di regista con Terry Jones.
Scritto e interpretato da tutti i membri del gruppo (Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Micheal Palin) il film è una satira grottesca del mondo medioevale e una parodia della leggenda di Re Artù.
La sceneggiatura pur essendo molto esile riesce a mantenere ritmo e divertimento grazie alla genialità delle gag, espressa ad esempio in scene come quella in cui i cavalieri che fingono di andare a cavallo simulando il rumore degli zoccoli con delle noci di cocco.
Ovviamente la trama (la ricerca del graal) serve solo a trovare un filo conduttore per le varie scene sottoforma di sketch e dare libero sfogo alla vena grottesca dei Monty Phython che sbeffeggiano il buon gusto e rendono chiaro la finzione dietro la finzione.
Varie volte infatti gli attori rompono la quarta parete interagendo e modificando gli elementi della storia, come il malcapitato storico che raccontando la leggenda dei Artù si troverà a essere ucciso dallo stesso personaggio del film.
Tanti i momenti e i personaggi da risata sicura; dal becchino che assomiglia ad un venditore, al falso processo alla strega, fino al Convento della Sorca.
Curioso che in un film in costume e ambientato in tempi antichi, i Monty Python inseriscano riferimenti alla vita moderna, dalla politica all’economia fino a uno spassoso dialogo sui vari termini fiscali.
Con un film come Monty Python e il sacro Graal Gilliam e Jones non raggiungono i livelli di comicità e di padronanza del mezzo cinematografico degne dei successivi film (Brian di Nazareth e Il senso della vita) del gruppo inglese, ma il film del 1974 rimane un gustoso esperimento che a fronte di un budget di appena 230.000 sterline riuscì all’epoca ad incassarne ben 80 milioni.
La pellicola è corredata dalle visionarie parti d’animazione firmate Terry Gilliam. Da evitare la pessima edizione italiana che fa largo uso nel doppiaggio dei dialetti stravolgendo il senso dei dialoghi.