Il capitano di marina mercantile Marco Silvestri torna a Parigi dalla sorella Sandra, per risolvere alcuni problemi. L'azienda di famiglia è sull'orlo del fallimento. Secondo Sandra il colpevole è un noto uomo d'affari.
Diretto da: Claire Denis
Genere: drammatico
Durata: 83'
Con: Vincent Lindon, Chiara Mastroianni
Paese: FRA, GER
Anno: 2013
Marco Silvestri, comandante della marina mercantile francese è costretto a tornare a Parigi dalla sorella Sandra sconvolta dal suicidio del marito Jacques e preoccupata dalle condizioni della figlia Justine, vittima di abusi sessuali.
Presentato in concorso nella sezione Un certain regard al 66° Festival di Cannes, Les Salauds (2013), dodicesimo film della regista francese Claire Denis si presenta come un prodotto di difficile catalogazione ma che ha il pregio di lasciare profondi strascichi nella mente dello spettatore.
La Denis opta per una messa in scena solida e senza orpelli, calando interamente il suo sguardo sui corpi e sui volti dei personaggi grazie al continuo uso dei primi piani che diventano mezzi espressivi di rara potenza.
Les Salauds pare un noir esistenzialista per come riesce a trasmettere un’aria ambigua e nichilista nel suo fluire filmico, merito soprattutto di un efficace lavoro sull’immagine e sull’impianto fotografico dalla resa notturna e quasi onirica.
I personaggi si muovono in un microcosmo pieno d sfumature dove non esiste più bianco e nero, ma un puro e inquietante grigiore caratteriale che riflette le psicologie dei protagonisti. Il Marco Silvestri interpretato da uno straordinario Vincent Lindon è il centro emotivo della pellicola, una persona che diventa metafora per tutto il resto.
Inizialmente convinto di vendicare i torti subiti dalla propria famiglia e sistemare i conti del passato, a mettere in dubbio le sue certezze ci penserà l’amore per Raphaëlle (Chiara Mastroianni), moglie del ricco Edouard Laporte (Michel Subor), accusato dello stupro della giovane Justine, nipote di Marco.
Il film ha l’abilità di porre gli stessi quesiti ai personaggi e agli spettatori. Come il confine labile tra vendetta e perdono, l’influenza che gli eventi hanno sulle esistenze, e che senso può assumere una vendetta se la vittima stessa abbraccia i propri persecutori.
Les salauds è costruito su un’atmosfera dove tutto è sfuggevole: Claire Denis è da sempre una lucida e raffinata analista dei caratteri umani, eliminando ad ogni nuova opera ogni stereotipo, abolendo la superficiale dicotomia di bene o male, e soprattutto senza mai giudicare le loro azioni, togliendo al film qualunque intento moralistico.
Les Salauds è un film di enorme forza che va oltre il genere di riferimento, facendo respirare ineluttabilità e senso di morte a ogni inquadratura, in una Parigi quanto mai cupa e poco glamour, dove personaggi e spettatore vengono divorati in un vortice senza speranza e senza possibilità di redenzione.