Sono passati quindici anni dall’uscita di Zoolander, il film di Ben Stiller che non aveva sconvolto all’uscita in sala ma che è riuscito negli anni a diventare un cult di genere grazie ai suoi personaggi sopra le righe e le battute esilaranti. Zoolander irrideva manie e idiozie di un mondo che, almeno dall’esterno, sembrava la conferma del famoso detto “sotto il vestito niente”, dove l’apparenza regna sovrana e dietro uno sguardo penetrante c’è il vuoto assoluto. La storia, già allora demenziale, era una parodia a tratti crudele di certi personaggi strabordanti ego e niente più, osannati dai media solo per l’aspetto esteriore, oggetto di un culto dell’immagine così esagerato da non permettere di accorgersi dell’artificiosità del mondo nel quale galleggiano.
Protagonista principale del primo capitolo era infatti il super-model Derek Zoolander, detentore esclusivo dello sguardo “blue steel/magnum“. Lo avevamo lasciato felicemente accasato con la volitiva giornalista Matilda, padre di un adorabile bimbetto che sembrava seguire le orme paterne quanto a carineria, a dirigere una scuola per bambini aspiranti modelli che non sanno leggere bene. In questo secondo capitolo, scritto e diretto da Stiller insieme agli amici Justin Theroux, Nicholas Stoller e John Hamburg, ritroviamo il nostro stupidissimo modello Derek Zoolander (Ben Stiller) totalmente perso e dimenticato dal mondo della moda.
Lo ritroviamo, con il famoso blue steel ormai spento, in volontario esilio fra lontane vette innevate, dopo il crollo della sua vita, che ha coinciso con il crollo della sua fondazione, in cui la moglie ha perso la vita e Hansel, il suo ex rivale divenuto poi grande amico, è rimasto sfigurato, ritirandosi lui pure lontano dal mondo, ma in un deserto marocchino, insieme alla sua variopinta “orgia”. Anche il figlio è stato poi portato via a Derek, giudicato un padre inaffidabile. Dopo 14 anni entrambi, sempre “belli belli in modo assurdo”, sono richiamati misteriosamente alle passerelle da una super-eccentrica stilista , nella città di Roma pure lei “bella bella in modo assurdo”. Dopo aver sventato l’attentato al Primo Ministro della Malesia in Zoolander, la spy-comedy torna a farla da padrona anche qui quando un complotto mette a rischio altre vite.
Girato quasi interamente a Roma, Zoolander 2 regala una bellissima panoramica della città eterna, sempre piena di vecchie ‘500 e paesaggi romantici, ma meno “paesana” di come l’hanno descritta altri registi prima di Stiller (vedi Woody Allen o Ryan Murphy), ambientando certe scene chiave in luoghi meravigliosi come Le Terme di Caracalla e ville storiche. Anche se sono passati tanti anni, Ben Stiller e Owen Wilson sono rientrati perfettamente nei panni stretti e lucenti dei due super modelli, strappando diverse risate con riferimenti al loro passato e, insieme a Penelope Cruz, formano una squadra ben oliata. Esilarante come sempre Will Ferrell, che con il suo Mugatu e le sue battute taglienti colpisce e affonda diversi personaggi, e Kristen Wiig, quasi irriconoscibile sotto diversi strati di trucco, che ci offre un’esibizione magistrale che meriterebbe di essere vissuta in versione originale. Viaggiando sempre sopra alle righe con una comicità demenziale ben studiata, Zoolander 2 non deluderà i fan e se ne farà sicuramente di nuovi attirati da Justin Bieber nel cast. Se invece il primo film non vi strappava nemmeno una risata, risparmiate i soldi del biglietto.