La critica ha spesso trattato male Jean-Luc Godard, soprattutto negli anni ’80. I suoi cine-diari votati al solipsismo e all’estetica del frammento sono stati quasi sempre presi con una scrollata di spalle, oppure con un’irritazione per un gusto autoriale sempre troppo personale.
Cura la tua destra… (Soigne ta droite, 1987) è stato restaurato alcuni anni fa e reso disponibile in una lussuosa edizione in Blu Ray. Ho avuto modo vederlo con un atteggiamento del tutto pregiudizievole, aspettandomi nel peggiore dei casi un’opera tronfia, datata, mai puntuale e fastidiosa. Ho finito per rivedere il film altre due volte, con enorme piacere.
In questo senso, devo dire che si è ripetuto il miracolo accaduto con altre visioni di due straordinari esperimenti visivi di Godard: Je vous salue, Marie (1985) e Allemagne annéè 90 neuf zero (1992); il primo rivisto dieci volte in una sontuosa edizione Blu Ray, il secondo ancora in attesa del restauro. In tutti e tre i lungometraggi suddetti il genio di Godard amplia lo sguardo dello spettatore, ma facendolo non abbandona mai la leggerezza, il divertimento puro e mai votato all’eccesso per le stratificazioni del linguaggio, le sovra impressioni, gli scarti improvvisi.
Tutto quello che in mano ad un qualsiasi altro regista diventerebbe insopportabile oltraggio, in mano a Godard diventa incanto. Cura la tua destra… non fa eccezione. E resta uno dei suoi esperimenti più arditi. Proprio per questo la critica non ha gradito questo esercizio di dominio linguistico. Ciò che rende unico lo sguardo di Godard è la totale fiducia nei sottotesti e nelle trame nascoste, nella scelta di attori complici e mai recitanti, sempre oltre il proprio personaggio.
La cura nei dettagli fa impressione per naturalezza e senso della composizione in perenne estasi, ogni scena è una gag fuori dal discorso, il misto di dramma e commedia si inserisce in una volontà di superamento delle barriere che sussistono tra i raccordi di montaggio. Godard spiazza sempre, il punto di vista cambia anche perché non ce ne è mai uno fisso, anche se le premesse di ogni scena fanno credere l’opposto.
Il senso e la necessità di Cura la tua destra… è che si tratta di una sinfonia creata dal nulla, per orecchie in grado di captare suoni e voci e occhi capaci di apprezzare frammenti di immagini, il tutto nella speranza di una consacrazione a venire, nel tempo. Che prontamente arriva.