Arca Russa

Tempo presente. Un visitatore francese si introduce di nascosto all'interno del famoso Ermitage di San Pietroburgo e inizia a dialogare con lo spettatore: entrambi saranno testimoni di importanti eventi storici.
    Diretto da: Aleksandr Sokurov
    Genere: storico
    Durata: 99'
    Con: Leonid Mozgovoy, Mariya Kuznetsova
    Paese: RUS, GER
    Anno: 2002
7.7

E’ certo che con le nuove uscite in Blu Ray si può iniziare a comporre un mosaico filmico di importanza quanto meno penetrante nel panorama delle visioni su piccolo (e per chi ha fortuna grande) schermo.
L’uscita in Blu Ray di Arca Russa (2002) di Aleksandr Sokurov non è stata salutata con il dovuto entusiasmo, essendo passata sotto un silenzio preoccupante. Si tratta altresì di uno dei passaggi di supporto (dal dvd al nuovo raggio blu) più entusiasmanti, un’edizione che lascia esterrefatti, sbalorditi.


Aspettando le versioni in Blu Ray di Moloch (1998), Il Sole (2005) e Madre e figlio (1995), questa di Arca Russa, uscita verso la fine del novembre 2013 per il mercato estero, è la madre di tutte le esperienze in HD.
Con il nuovo telaio visivo si possono rivedere e ricollocare nello spazio della memoria scene di magnificenza visiva portentosa e inclassificabile, si può tornare alla purezza di un campo visivo saturo  di un tempo incognito della visione, di un tempo storico che viene filmato con precisione talmente consapevole da sembrare figlio di una grazie estetica fibrillare e metafisica.

Sokurov è stato capace di filmare il succedersi delle ere alternando stupore e freddezza, consegnando alla Storia il dominio di una visione mai videoludica, ma sempre conscia della trasformazione epocale in atto.

 

Quello che Arca Russa mette in scena è la facoltà di un giudizio sulla Storia, la possibilità di esserne testimoni e la fisicità dell’atto del vedere ,che prende posizione nel solco di ciò che non è mai tramontato e che, per un delta temporale di un’ora e mezza, diventa il fatto il simulacro di una visione che sopravvive al Tempo e si fa dedalo di grazia visiva ininterrotta e smagliante.
Con il Blu Ray la scena delle arcate all’interno dell’Ermitage di San Pietroburgo assolutizza il senso della profondità di campo, mostrando de facto la realizzazione di un magistrale 3D prima del 3D.
Arca Russa è un’opera che fa del digitale un campo di battaglia e di sperimentazione che annullano la postmodernità, dove la tecnica assume una responsabilità, un piglio grafico che diventa mausoleo di teorie sul dispositivo filmico, che fino a poco tempo fa sembravano fantascienza.

 

Le colorazioni delle stanze dell’Ermitage, i dettagli dei dipinti e delle sculture rimangono impresse nella mente di uno spettatore che Sokurov trasforma in demiurgo di un’esperienza dove la cinematica sposa la contraddizione del cinema come dispositivo di “morte al lavoro”; facendo così coincidere il punto di vista spettatoriale a quello del regista di un film sempre mobile/nobile e in qualche modo presuntuoso di una idea di regia estremamente sontuosa, che all’epoca qualcuno definì reazionaria.
Con Arca Russa si può parlare forse di un processo di veicolazione del senso dove il campo visivo diviene limitato (dove l’occhio spettatoriale vorrebbe vedere tutto, quello di Sokurov punta a selezionare le istanze temporali) e illimitato (perché si ha la sensazione che la mdp si istalli nei dettagli infinitesimali di un luogo dove lo sguardo si perde per il puro gusto di perdersi) allo stesso tempo, portando ad una impossibilità di accogliere tutte le immagini del repertorio, facendo venir voglia di rivedere tutto di nuovo.