Perle, vere e proprie perle che in sala, in Italia, non sono mai arrivate. La lista è lunga, proverò a farne una cernita: El cant dels ocells di Albert Serra (2008), Hadewijch di Bruno Dumont (2009), Valhalla Rising di Nicolas Winding Refn (2009) (uscito in Italia sono vendita in home video, dvd e Blu Ray, lo splendido Misterios de Lisboa di Raul Ruiz (2010) (era al Marché di Cannes nel 2010).
Poi ci sono film superbi che non si trovano se non tramite altri canali: Hammett Indagine a Chinatown di Wim Wenders (1982), l’immenso L’ipotesi del quadro rubato di Raul Ruiz (1978), L’Idiota di Akira Kurosawa, (1951), l’incredibile versione restaurata digitalmente di Cruising di William Friedkin (1980), che nella nuova veste si vede veramente da Dio, per non parlare di De Vierde man (Il quarto uomo) di Paul Verhoeven, vera e propria bomba atomica datata 1984, e per ultimi voglio citare In compagnia del lupi (1984) e Mona Lisa (1986) di Neil Jordan.
Tutti film meravigliosi, che in Italia o non sono usciti al cinema, oppure semplicemente non passano in nessun circuito audio-video: tv pubblica o privata, home-video, noleggio o vendita. Niente, questi film sono letteralmente invisibili. Ma le scoperte, grazie alle nuove tecnologie, sono inimmaginabili.
Sono film da vedere e rivedere, da studiare, da elaborare e da pensare e ripensare come modelli estetici da prendere come riferimento per un cinema del futuro.
Guardare questi capolavori sconosciuti per capire come deve essere il cinema e l’arte del visivo, come dovrebbero essere concepiti i film, nell’era della disinformazione generalizzate sul cinema come arte, e che concepisce il cinema come una specie di dittatura del qualunquismo, una dittatura che vorrebbe distruggere “la politica degli autori”, che invece è una cosa che esiste, e su cui si basa tutto il sistema di Hollywood e dintorni.
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