Inception è uscito ormai da due anni, ma finora in pochi sono riusciti ad argomentare un discorso che ne spiegasse le potenzialità di film-architettura duraturo nel tempo, e non sarò certo io a farlo. Vi piacerebbe se qualcuno vi cominciasse a spiegare perché il capolavoro di Alfred Hitchcock “La Donna che visse due volte” è un film epocale? La magia ne verrebbe intaccata. La struttura a spirale di Inception è bene che rimanga se non un mistero, per lo meno un vortice di emozioni contundenti e assolute, paragonabile ad un concerto di Wagner.
E’ un opera wagneriana il film di Christopher Nolan, un po’ come Blade Runner, forse, ma molto meno magniloquente e scenografica del primo film hollywoodiano di Ridley Scott, che sconta da sempre il non-sense della narrazione prolissa e inconcludente, rifacendosi ovviamente sul piano estetico, dove la Produzione investe milioni per ricreare le visioni malate di Dick.
Questa premessa serve per dire che il regista di Avatar, James Cameron, che ai tempi delle nomination 2010 per il miglior regista del precedente anno, ebbe da ridire con i membri dell’Academy per la mancata nomination all’Oscar di Nolan. Questo significa un dato implicito: Cameron ha di fatto quasi ammesso che, per quanto possa essere bello il suo Avatar (che bellissimo lo è di certo, un action-painting classico e hawksiano, puro cinema di serie-b cormaniano rivestito da una lussuosissima patina da film commerciale), Inception sarà sempre dieci tacche più in alto.
Inception vola in alto come opera post-industriale, figlia diretta del mondo video ludico, digitale, del multitasking, di un certo tipo di cinema che costringe a fare i conti con l’enciclopedismo dello spettatore medio, che quindi sa sempre qualcosa in più del regista stesso, di conseguenza per riuscire a stupire lo spettatore bisogna evolvere il gioco delle regole costruendo continue trappole narrative, all’interno delle quali lo spettatore-giocatore è destinato a perdersi. Una costruzione di questo tipo non la si può battere e Nolan lo sa. Bisogna essere furbi, scaltri, giocare sapendo di aver già perso in partenza e costruire il bluff perfetto per riuscire ad ottenere un consenso sempre più selettivo, di uno spettatore che esce impreparato di fronte ad una costruzione ormai a prova di bomba. Film multi interpretativo Inception, che non concede adito ad interpretazioni, è per questo che ha dato così fastidio alla critica più anziana.