Piccole donne

Alla fine della guerra civile americana, si dipana la vicenda delle quattro sorelle March. Tra amori, passioni, sconfitte, desideri, ognuna delle sorelle lotterà per la propria felicità.
    Diretto da: Greta Gerwig
    Genere: commedia
    Durata: 135
    Con: Saoirse Ronan, Laura Dern
    Paese: USA
    Anno: 2019
9

Era dal 1994 che non si portava sullo schermo il romanzo della Alcott. All’epoca il film venne diretto da Gillian Armstrong e aveva come protagonisti Susan Sarandon, Wyona Rider, Christian Bale e Kirsten Dunst. Ogni generazione ha il suo Piccole donne. Nella versione 2019 il film viene messo in mano al talento di Greta Gerwig, con il cast All Star di Saoirse Ronan, Laura Dern, Meryl Streep, Timothée Chalamet e Louis Garrel.

Si può dire subito che Saoirse Ronan, Meryl Streep e Chalemet si prendono la scena senza troppi problemi. Il film è costruito secondo un lavoro corale, attraversato da un montaggio preciso e chirurgico. La luce di Yorick Le Saux si dipana quieta a tratteggiare il tempo con pennellate sapienti. Quello che emerge più di tutto è la sicurezza femminile e femminista della Gerwig a prendersi carico dei momenti psicologici di ogni figura femminile.

Il film procede per “stanze psicologiche”, nei momenti più alti Meryl Steep da un assaggio dello spirito del tempo: la donna dell’epoca se non si maritava non avrebbe avuto un futuro. Il suo tono distaccato e acido non riesce a nascondere una profonda ironia, che serpeggia senza sosta. Tutta l’intelaiatura narrativa costruita dalla Gerwig si poggia su un immenso tono di levità, non si avvertono mai pesantezze di tono e, nei momenti più melodrammatici la seriosità del tono è avvolta nella scelta prospettica del quadro in movimento.

Il tono scelto dalla Gerwig per il suo Piccole donne è lampante, comico e distaccato ma non algido. Spesso i piani temporali sembrano confondersi l’uno nell’altro, e la classicità generale nel tono descrittivo del tempo lascia presagire che la vicenda potrebbe andare avanti all’infinito.

Molto interessanti, per certi versi le scene migliori del film, i momenti in cui la scrittrice Joe (Ronan) va a proporre i propri racconti all’editore. E’ anche lì che si vede la precisione della scrittura e dell’impostazione scenica. La Gerwig sa come si deve porre un attore davanti allo schermo. Rispetto di tempi, modalità di rappresentazione scenica in un interno borghese, differenze di tono mostrate in campo lungo e medio. E’ l’orchestrazione scenica che non si è mai vista nel cinema della Coppola.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).