Captain America: Civil War

I supereroi sono chiamati a una dimostrazione di responsabilità: il governo americano chiede che le operazioni degli Avengers siano poste sotto il controllo delle Nazioni Unite. Il gruppo si spacca: Tony Stark/Iron Man insieme a Natasha Romanoff/Black Widow aderiscono al piano, mentre Captain America e Wanda Maximoff/Scarlet Witch si oppongono in nome della libertà d’azione. Lo scontro sarà inevitabile.
    Diretto da: Anthony, Joe Russo
    Genere: fantasy
    Durata: 146
    Con: Chris Evans, Robert Downey Jr.
    Paese: USA
    Anno: 2016
8.4

La gemmazione del franchise genera una strana proliferazione oltre-narrativa, dove i divi/Supereroi sedimentano malinconie e desideri tali da confliggere in un sontuoso terzo capitolo, dove alle defezioni importanti, rispetto a The Winter Soldier, suppliscono nuove operazioni di casting tese al pronunciamento di un cinema action, sbalorditivo fin quando il surplus di adrenalina non corrisponde ad una saturazione visiva, che culmina nella fase finale, quella dove Tony Stark/Iron Man viene a conoscere un segreto sul suo passato che scombinerà tutti gli assetti di guerra predisposti.

civilwar2

Captain America: Civil War si presenta senza due personaggi che avevano fatto la fortuna del secondo capitolo: Nick Fury/Samuel L. Jackson e Alexander Pierce/Robert Redford. Vista l’eliminazione di quest’ultimo, l’assenza di Nick Fury potrebbe essere sopperita in un ulteriore quarto capitolo. Di certo i vati Spider-Man, Visione, Ant-Man ce la mettono tutta per tenere alto il livello della tensione, ma l’unica “new entry” che riesce ad accende lo schermo è il personaggio di Daniel Bruhl, Zemo.

A sorpresa il terzo capitolo di Captain America è più meditato del secondo, ma perde tutta l’immediatezza e l’impatto per certi versi devastante del predecessore, diretto di nuovo dai fratelli Russo, promossi alla regia del terzo capitolo. Il tentativo di ripetere il colpaccio, dopo l’eccellente spy story ad alto tasso di adrenalina di The Winter Soldier, produce un dignitoso grado di brillantezza formale e contenutistica. I fratelli Russo operano il consueto lavoro di scavo nei rapporti tra i supereroi, collegando ottimamente i personaggi di Visione (Paul Bettany) e Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), lasciando la consueta libertà alla superstar campione d’istrionismo d’alta classe Tony Stark/Robert Downey Jr. In effetti è proprio la presenza di Downey Jr. a monopolizzare la scena, lasciando quasi ai margini quello che dovrebbe essere il vero protagonista dell’intera operazione, Chris Evans/Captain America.

civilwar3

I duelli in The Winter Soldier non erano accademia, bensì vere e proprie coreografie studiate per sorprendere lo spettatore. I fratelli Russo, sapendo di non poter ripetere le meraviglie del capitolo 2 si sono limitati a costruire il terzo capitolo sulle assonanze, associazioni, dissonanze e ripetizioni tra supereroi che si scontrano per il puro piacere della visione. Il cast Marvel dopo The Winter Soldier e Avengers: Age of Ultron è talmente ben oliato che non ha più bisogno di una vera e propria regia. Sono finiti i tempi in cui Hollywood si “vergognava” di portare sullo schermo prodotti rivolti dichiaratamente ad un pubblico di ragazzini. La macchina da guerra della Marvel al cinema continua a fare faville e a correre a velocità sfrenata.

Certo, rispetto al franchise originario degli Avengers, portato avanti fino ad ora da Joss Whedon, in due capitoli sorprendentemente ben strutturati (e figli di una certa serialità televisiva, dove il rapporto tra il mondo narrativo complesso e lo spettatore è basato su un empatia totale e da un lavoro di casting fatto ad arte), manca sicuramente la mano ferma di un direttore d’orchestra capace di fare sentire tutti i membri della squadra a loro agio. I fratelli Russo non hanno l’anima autorialista di Whedon e vedono il cinema come tanti tasselli di un blocco narrativo tutto sommato uniforme.

Whedon ha saputo creare mondi narrativi abitabili da un pubblico attento e sensibile al variare della macchina cinema in base alle consuetudini tecnocratiche più avanzate. Se Avatar di James Cameron nel giro di 7 anni è invecchiato piuttosto male, come già era successo a Le due Torri e Il ritorno del Re di Peter Jackson, i franchise costruiti da Whedon hanno l’ambizione di arrivare illesi all’appuntamento con il tempo. I fratelli Russo non posseggono l’arte di far parlare effetti speciali complessi, pensano in analogico e la Marvel ha affidato a loro regia del nuovo Avengers: Infinity War Part I. Dove dovrebbe tornare Nick Fury.

A proposito dell'autore

Avatar photo

Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).