Dopo le prove registiche de La kryptonite nella borsa (2011) e Il Natale della mamma imperfetta (2013), Ivan Cotroneo si cimenta nel suo terzo lungometraggio, Un bacio, tratto dal proprio omonimo romanzo (2010). Protagonisti sono Lorenzo (Rimau Grillo Ritzberger, debuttante), Blu (Valentina Romani) e Antonio (Leonardo Pazzagli), tre studenti con alle spalle tre background, tre famiglie, tre temperamenti molto diversi, uniti dal desiderio di instaurare un legame di amicizia saldo e sincero.
Vivono costretti negli anni dell’adolescenza, condividendo una lotta fiera per l’emancipazione dai pregiudizi e dai soprusi dei coetanei e degli adulti che li circondano, rifugiandosi in un isolamento dove trovare le forze per resistere al mondo, guardare oltre le ingiustizie, restare sul proprio tracciato con la consapevolezza di avere al proprio fianco qualcuno che prova gli stessi sentimenti, qualcuno che sappia e voglia rendere migliore un’esistenza altrimenti piatta e monocroma.
Blu narra tutto a se stessa in un diario, speranzosa di poter sottrarre gli avvenimenti della sua instabile giovinezza all’oblio della memoria, stabilendo una volta per tutte il profilo suo e dei suoi amici, la cui avventura ha preso avvio in sordina, in seno ad una festa esclusiva organizzata in risposta a quella di una delle ragazze più ambite della classe. Per quanto se ne può dedurre, quella che da più a lungo avanza nell’emarginazione è proprio lei, cresciuta aspra e disprezzata per la sua poco raccomandabile condotta, adesso desiderosa di rendere “insopportabilmente” felici i momenti trascorsi con le sue due anime gemelle.
Lorenzo è stato adottato per la seconda volta, ama indossare vestiti sfarzosi e dispensare il proprio sense of humor, è incredibilmente sicuro di sé, un secchione a scuola, eppure sempre sorridente, fiero e in pace con la sua omosessualità, lucidissimo di fronte alle persone con cui deve convivere i loro patrimoni di bigottismo, malizia e invidia. Antonio è il più riservato del trio, insicuro e incline a introverse conversazioni, rifiutato nonostante abbia innegabile talento, convinto della stupidità che i suoi compagni gli adducono.
La normalità di questo rapporto, costantemente in bilico tra fratellanza e liaison, permette all’autore, abile sceneggiatore sia per la televisione che per il cinema, di narrare non cosa dovrebbe succedere, bensì cosa potrebbe succedere. Non v’è traccia di paternalismi o didascalismi, i personaggi ne escono ritratti a tutto tondo, tangibili nella loro brama di evasione, nei loro eccessi ed errori, nella ricerca non di tolleranza, ma di libera e gratuita accoglienza, di rispetto per la propria persona e per il proprio corpo.
In questo modo Cotroneo arriva a toccare le tematiche evergreen del cyber-bullismo, dell’omofobia, della responsabilità degli educatori, delle violenze sessuali, senza tuttavia forzare l’attenzione sulla discriminata natura delle minoranze, senza proporre una visione univoca e prevedibile, per quanto animata da buoni proponimenti. Far emergere i temi più delicati e consistenti è compito dei dialoghi, sempre ricchi e significanti, del montaggio brioso, dell’espressività matura e credibile del cast, dell’evolversi plastico e coinvolgente della vicenda.
Un bacio è un film meditato, franco, rigoglioso, che attraverso grammatiche di semplice intendimento mira alla luminosità pur muovendo da un dichiarato grigiore, concedendo un ampio e tutt’altro che dozzinale spazio a molti interventi musicali (su tutti la splendida Hurts di Mika), accompagnati a loro volta dalle concretizzazioni delle fantasie dei protagonisti, apprezzabili nella loro non sempre immediata decifrabilità. Un piccolo memorabile successo, degno dei cineasti che vi stanno dietro così come del fortunato ed assennato pubblico che scelga di aprirsi con sano criterio ad una giusta sensibilità e sensibilizzazione.
Qui potete trovare la video recensione di Raffaele Lazzaroni su Un bacio di Ivan Cotroneo