Eyes Wide Shut

I coniugi Bill e Alice Harford, dopo una serata di gala, iniziano a parlare della loro vita privata. Alice, dopo aver fumato uno spinello, confessa a Bill i suoi turbamenti erotici e i dubbi sul matrimonio. Bill è spiazzato dal discorso della moglie e vaga in una New York pre-natalizia, cercando di dare un senso al suo matrimonio.
    Diretto da: Stanley Kubrick
    Genere: drammatico
    Durata: 159
    Con: Tom Cruise, Nicole Kidman
    Paese: UK, USA
    Anno: 1999
7.9

Ogni riversamento in Blu Ray di film appartenenti al decennio degli anni ’90 ha come principale scopo quello di mantenere intatto un certo grado di porosità dell’immagine, da La Nona Porta (1999) di Roman Polanski fino al Titanic (1997) di James Cameron. In modo che l’immagine “trattenga” il ricordo del suo primo passaggio sul grande schermo. Questo discorso diventa preminente quando si ha a che fare con il riversamento in alta definizione di un’opera complessa come Eyes Wide Shut (1999) di Stanley Kubrick.

eyes1

Nel caso dell’ultimo film di Kubrick la gamma di colori che si deve andare a ripristinare dipende da una gradazione di colori effettuata tendendo conto di una struttura cromatica simile alla ripartizione graduale di motivi accesi e saturi che puntano all’immortalità dell’immagine. Kubrick concepì Eyes Wide Shut perché ogni singola immagine del film restituisse nel tempo una gamma di colori che non si sarebbe mai più dimenticata, il cui processo di “stampa” nella memoria dello spettatore sarebbe rimasto come uno dei più lugubri atti di cinema assoluto che si ricorda negli ultimi 25 anni. Negli anni ’80, in piena estetica dello “shining visivo” un film come Eyes Wide Shut sarebbe stato preso come una provocazione intellettualistica e vuota. Anche Blade Runner di Ridley Scott (1982) subì lo stesso linciaggio ideologico e venne preso immediatamente sotto gamba, come si fa dopo aver visto una perla nel buio, di cui non si riesce più a distinguere i riflessi per eccesso di oscurità.

eyes2

Così Eyes Wide Shut approda in tutto il suo fulgore diamanteo alla fine degli anni ’90, accolto con un’ansia da giudizio infernale da parte di tutta la stampa e pronto per essere massacrato da un pubblico come al solito in preda all’innamoramento per l’ultima geniata di marketing condotta dal duo MyrickSanchez, The Blair Witch Project; l’accoglienza fu tiepida,  per un film dove l’ermetismo del film funzionò da chiave di volta per i critici nel discernere i simbolismi di cui era disseminato l’opera e spazientì il pubblico, che si sentì quasi preso in giro dall’idea del film “non finito” e dall’apparente moralismo di un film dove si discettava di una coppia in crisi che rimane scioccata dalle rispettive esperienze extraconiugali vere o presunte.

eyes6

In Eyes Wide Shut, è bene puntualizzarlo, l’unico elemento vettore di senso è il profilmico. L’intento di Kubrick è quello di lasciare estasiato lo spettatore da una gamma fotografica che imprima un livello recondito alla capacità dello spettatore di recepire il colore. Ogni giallo, ogni verde, ogni blu e ogni rosso rispetta un senso purista dell’immagine, in un film dove la trama è la ricostruzione di un amore che si svela lentamente come un raggiro morale e dove i due personaggi si perdono e si ritrovano, in questo abisso cinematico il colore rende flemmatica ogni emozione, cadenzando ogni battuta come una lama nel buio.

eyes4

Eyes Wide Shut si colloca nel novero delle grandi cerimonie funebri. La figura cristallina di Nicole Kidman, il cui volto di pura luce emerge nella notte dei sogni e de desideri come l’idillio morale di una coscienziosità del fotografico che nasce e muore nell’istante della visione. Nulla si ricorda di Eyes Wide Shut se non come l’atto di una visione percorribile in una sensazione di buio perenne dove alla fine la luce si esprime, ma per dare notizia della fine di uno spettacolo dove gli incubi e i desideri sono combaciati, unendosi in una voragine dove la visione assume la fedeltà al dogma del non-visibile. Il cinema di Kubrick rappresenta il non-visibile per eccellenza, la visione che inganna il punto di vista, la deviazione verso il limbo del non conoscibile. Eyes Wide Shut resta un prisma contundente che si lascia ammirare enigmatico e mai chiaro. Con il Blu Ray la concertazione notturna del croma acquista il valore di una perdita riconquistata.

A proposito dell'autore

Avatar photo

Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).