E’ arrivata la prima gemma della stagione 2009-2010. Il nuovo straripante, mefitico, gioiello manniano, forse potrebbe essere il primo film che regalerà a Michael Mann l’Oscar alla regia. Public Enemies è una sinfonia digitale di disarmante perfezione formale, dove Mann asciuga e dilata i campi lunghi e le traiettorie dello sguardo digitale. La mdp di Mann raggiunge nuove vette, dopo le acrobazie congiunturali di Collateral, mostrando il lato classico della sperimentazione di un cinema moderno e nemesiaco.
Johnny Depp ormai non ha più neanche bisogno di recitare, gli basta semplicemente apparire in primo piano per affermare nuovamente il suo status divistico, Christian Bale va oltre e raggiunge lo zenith della sua carriera, nella sua miglior performance insieme a quella fornita in The prestige: posato, efficace, ineluttabile. Da segnalare in una piccola parte Bill Crudup e il cast in generale: una fisionomia di volti che si amalgamano in maniera calibrata e asciutta.
L’uso della tecnologia digitale raggiunge in Public enemies una sostanza alla rappresentazione visiva che esula da qualunque tentativo di agiografia. Public enemies è il nuovo capolavoro manniano, insieme a Manhunter, Heat, Insider, Collateral, un film che riprende e amplia quella geografia da western metropolitano che il regista sta costruendo da oltre un ventennio. Public enemies è per Mann un ritorno alla classicità e un nuovo punto di non ritorno nel cinema americano odierno e futuro.