Quanto tempo deve impiegare un regista per raccontare una storia? Nove perfetti sconosciuti impiega sei ore e ventotto minuti, il coreano Hwang Dong-hyuk, autore di Squid Game ha bisogno di nove ore per raccontare una storia di rivalsa sociale e complotti d’elite. Mentre il noir romanticheggiante di George Waggner, Tangeri città di avventurieri datato 1946, impiega appena settantaquattro minuti per dire tutto quello che ha da dire. Avendo visto il film su piccolo schermo non posso minimamente immaginare lo splendore che avrebbero avuto le immagini, se viste al cinema, ma questo è un altro discorso. La grande distribuzione italiana non è mai stata audace.
La versione Blu Ray di questa sconosciuta, inedita variante di Casablanca propone un intrigo elevato ai massimi livelli grazie ad un bianco e nero di maestosa bellezza. La narrazione segue le vicende di un intrigo bellico tutto ambientato in un locale di Tangeri (ricostruito negli studios di Hollywood), dove si sfidano le antiche forze del bene e del male, al centro del quale vi sono i crimini impuniti dei nazisti. A differenza del famosissimo cult di Michael Curtiz, dove Bogart e la Bergman si fronteggiano in modo struggente, nel film di Waggner la spettacolarità degli eventi vive una lenta esplosione solo negli ultimi quindici minuti, mentre l’intrigo, ambiguo e suadente si fa largo nella prima ora.
Per chi non ha alcuna voglia di stare a seguire una lunga narrazione obbligata ad autoalimentarsi attraverso faticosi ramificazioni narrative, come avviene nella produzione televisiva, l’invito è di depurare lo sguardo con uno stile tutto costruito sui sottintesi usato da Waggner. La nuova versione in Blu Ray consente una visione più che appagante, l’immagine è stata completamente ripulita dalle imperfezioni dell’epoca.