Dopo circa 50 minuti dall’inizio della visione di Vizio di forma, visto in una sala cinematografica romana nel 2015, cominciai ad avere problemi a seguire la trama, dovevo sforzarmi di seguire cosa stavano facendo i personaggi pur avendo perso la bussola e, ben presto, mi resi conto di essere entrato all’interno di un labirinto. In seguito dovetti rivedere il film una seconda volta pur in una serata di pioggia.
Con Il filo nascosto, visionato nel 2018 assistetti ad una specie di danza fuori da qualsiasi stilema visivo e narrativo. Rividi il film una seconda volta in versione originale sottotitolata, una una sala priva di chiacchiere e decisi che il film di Anderson assomigliava ad un melodramma di Borzage.
Con Licorice Pizza questa specie di immersione nello schermo si può fare solo a metà, ma anche solo avendo la metà si rimane con il dubbio di cosa sarebbe potuto accadere se. E si finisce per non accontentarsi neanche della metà. E’ un peccato. La cantante degli Haim è una cantante. E si capisce ben presto che Katherine Waterson e Vicky Krieps,(la seconda era sconosciuta e si trattò di una notevole scoperta) erano un’altra cosa. Anche nel comparto maschile, Phoenix in Vizio di forma aveva offerto una performance difficilmente ripetibile e le smorfie fatte nel Joker valgono ad aggiudicargli l’Oscar per meriti più muscolari che non di direzione registica; mentre Day-Lewis si era come al solito adoperato per prendersi la scena senza se e senza ma, creando un lessico visivo che non aveva eguali.
Il duetto tra i due ragazzini di Licorice Pizza promette senza ammettere e seduce con l’apparenza dell’inganno. E’ un peccato. Sono stati anni duri anche per Anderson, forse si è trovato in difficoltà nell’assemblare questo cast. Le scene davvero spassose con Sean Penn, Tom Waits e Bradley Cooper sono né più né meno autocelebrazioni di sé. Il resto è tutta magnifica ricostruzione d’ambienti. Licorice Pizza fa persino rimpiangere la furia narrativa di Boogie Nights (1997), che all’epoca in Italia venne accusato d’aver ricopiato Scorsese.
Licorice Pizza termina là dove dovrebbe iniziare. Dei labirinti narrativi di Vizio di forma rimane solo una liturgia autoriale.