Le linee narrative principali dell’avventura vengono rimodellate dal regista di Iron Man (2008) Jon Favreau. In The Mandalorian viene creata la coppia perfetta: il cacciatore di taglie e la piccola creatura Jedi, quest’ultimo viene definito un bambino per tutta la durata del telefilm, ma si esprime a vagiti come un neonato. Il primo capitolo di Mandalorian ha una durata di pressappoco quattro ore, se si considera anche il secondo si arriva a otto. Il primo capitolo quindi dura quanto il più che inutile Zack Snyder’s Justice League (2021), ennesimo esercizio balistico tra super eroi giunti alla scadenza del loro mandato sul mercato odierno.
La principale caratteristica di The Mandalorian è il suo rimanere a un livello basilare terra terra, in una pura tendenza minimalista, che tende a non innalzare mai lo sguardo come accade nella nuova trilogia di Star Wars, nei film di J. J. Abrams e Rian Johnson, essendo pensata per il grande schermo, le navicelle spaziali e il cast hanno primi piani allargati secondo la mentalità del cinemascope. The Mandalorian invece resta ad una distanza terrena, avvicinandosi ai volti dei due improbabili protagonisti lasciando che i primi piani parlino da soli.
La storia nel primo capitolo procede per stazioni avventurose: il cacciatore di taglie deve superare delle prove e raggiungere il livello successivo. In effetti sembra la trama di un videogioco. Sviluppi drammatici nello stile di Aliens (James Cameron, 1986) sembrano non esserci. Si sa benissimo che l’eroe supererà tutte le prove che ha davanti, ma si vuole scoprire quali sono i poteri della piccola creatura Jedi e dove il cacciatore di taglie intende portarlo, quindi si continua a guardare il telefilm.
L’universo narrativo è prettamente maschile (il padre e il figlio incontratisi per caso), inquadrati sotto il lustro classicheggiante della Disney, nei ritmi laconici, dove la lentezza serve a creare quel minimo di suspence necessaria a portare avanti un progetto estetico, in assenza di vere e proprie creazioni autoriali. Il pensiero va comunque alla possibilità più remota che mai di una proiezione su grande schermo di eventi come questo. Come sarebbe stato se The Mandalorian fosse stato proiettato? Ci sarebbero state sale strapiene anche in tempi di pandemia? E’ un’ipotesi affascinante.