E’ la nuova commedia francese. Quentin Dupieux ha idee da vendere e non ha paura di sperimentare, fare tentativi più o meno ortodossi pur di smuovere la Francia intorpidita dal globalismo imperante. E così fa nascere in senso alle produzioni transalpine in cerca di nuove mode, una tendenza al piccolo a al minimale che spiazza e incuriosisce. Non si sa se una commedia sui generis come Mandibules, presentata alla Mostra di Venezia nel 2020 fuori concorso, avrà risalto presso il pubblico, anche perché quest’ultimo è troppo occupato a farsi terrorizzare quotidianamente dell’assalto del Virus dei virus.
Mandibules potrebbe benissimo assumere il ruolo di virus della commedia francese, europea e fors’anche globale. Magari affermando un ruolo antitetico al Parasite di Bong Joon-ho, commedia politica sullo stato sociale privato do ogni diritto, proponendone una versione demente e surreale. Con molti meno effetti sgradevoli e molta più freddezza nella scrittura e nella messa in scena. Dupieux è un regista che per adesso ha dimostrato interesse per la forma brevis. Non ci vogliono le 12 ore e mezza do Too Old to Die Young di Refn per costruire un catalogo di alta moda, bastano 77 minuti. E’ sufficiente una degna compressione narrativa per affermare un’idea di cinema basata su un modello simile a Laurel & Hardy e raccontare la povertà senza mai ingigantire la metafora politica.
Mandibules è un piccolo segreto nascosto nella provincia francese dove una coppia di spiantati ladruncoli imbranati si imbattono per puro caso in una mosca gigante e finiscono, sempre per caso, nella villa di un gruppo di amici in vacanza. Un altro Parasite camuffato dunque? Forse si tratta solo di supposizioni provocate da un eccesso di visioni. Dupiuex non fa citazioni, lavora mantenendo gli ingranaggi molto ben oliati, evitando ogni volta la trappola del deja-vu. La performance di Adele Exarchopoulos, l’unica attrice famosa di tutto il cast, resta un piccolo gioiello, all’interno di un meccanismo che lavora con materiali bassi per ottenere il massimo risultato in termini di sorpresa e raccapriccio. Alla fine la sensazione che dà Mandibules è di un fantasy giocato sui termini dell’inconsueto e della leggerezza. Il pubblico lo vedrà e non ci capirà granché. E’ il destino di quegli autori che hanno deciso di rimanere nell’angolo della sperimentazione, magari in cerca di una folgorazione futura.