Una ragazza viene rinchiusa in un istituto psichiatrico in cui avvengono strani fatti: morti misteriose e presenze che si aggirano. Chi è il misterioso killer che sta uccidendo le detenute?
Diretto da: John Carpenter
Genere: horror
Durata: 88'
Con: Amber Heard, Mamie Gummer
Paese: USA
Anno: 2010
Erano 9 anni che JohnCarpenter non faceva un film. Tanti anni, tantissimi. Il grande regista americano non aveva mai avuto una pausa così lunga, mai. E i risultati nel suo ultimo flm, The Ward Il Reparto, si vedono. Carpenter, come i colleghi Terry Gilliam, Joe Dante, John Landis, Sam Raimi, tutti grandi vecchi della Hollywood anni ’70-’80-’90, sono tornati sugli schermi negli anni ’00.
I loro ultimi film, ovvero Parnassus L’uomo che voleva ingannare il diavolo, The Hole, Ladri di cadaveri, Drag me to hell (l’unico che si salva, perlomeno dal punto di vista della confezione) sono deja-vu. Roba vecchia, palesemente ovvia, roba già vista, film basati su una mentalità che andava bene fino a dieci anni fa, ma che oggi risulta totalmente “fuori moda”.
Ora, il film di Carpenter. Forse una robetta simile non meriterebbe neppure un discorso, ma dato che il film è firmato da Carpenter, molta gente crede al grande film. Sbagliatissimo.
Sbaglia, per esempio, in maniera anche piuttosto rovinosa, una delle grandi firme della critica, come Giulia D’agnolo Vallan, affermando che nel cinema di Carpenter, dato che The Ward è un horror tutto al femminile, i ruoli femminili hanno sempre avuto molta importanza. Falso. Il cinema di Carpenter è sempre stato storicamente un cinema “al maschile”, totalmente “virile”. Un piccolo esempio: Jamie Lee-Curtis in Halloween aveva una fisionomia alquanto androgina. Ma quasi tutti i capolavori horror e sci-fi del grande Carpenter hanno avuto dei protagonisti maschili.
Ma il tonfo di The Ward è molto più sonoro. Chiunque abbia fatto dei paragoni con In the mouth of madness è pregato di sotterrarsi. In The Ward non v’è traccia degli stilemi gotico-metafisici del film seminale del ’94. Ovviamente non basta ambientare il film in un manicomio femminile per rievocare le atmosfere del capolavoro del ’94.
La caduta di The Ward però riguarda anche altro. Carpenter, per la prima volta nella sua carriera ricopia gli altri registi. Prima non lo aveva mai fatto. Stavolta succede. The Ward prende l’intera struttura da Shutter Island di Martin Scorsese, e nel finale compie un errore ancora più mastodontico: ricopia paro paro il finale (già orrendo di suo) de Il Sesto Senso di M. Night Shyamalan, con la spiegazione a flashback posticci dello sdoppiamento di identità della protagonista. Su Duellanti ho visto degli interventi critici che mi hanno fatto cadere le braccia.
Il Carpenter senile The Ward è stato paragonato all’ultimo capolavoro di Zack Snyder, l’inarrivabile (e incompreso, of course) Sucker Punch, centomila volte più riuscito dell’ultimo Carpenter. Ma il confronto era veramente improponibile. Snyder viene palesemente da un altro universo visivo. i lsuo è puro cinema visivo-reazionario-nazista-terrorista. E il gioco dei ruoli al femminile riesce molto di più a Snyder che a Carpenter. Anche la scena in cui le ragazzine nel film di Carpenter ballano fa veramente venire sospetti sulla senilità di Carpenter.
In definitiva The Ward non arriva nemmeno ad essere un Carpenter minore, semplicemente, i carpenteriani d.o.c. lo devono solo eliminare dalla propria memoria. Carpenter è altro, il suo cinema apriva la mente e metteva angoscia. Come nell’altra opera seminale Il Signore del Male (1987).