Mancano due anni all’uscita di Avatar 2 (sul sito Imdb la data di uscita è per il 12 Dicembre 2022). Quando il film di James Cameron arriverà sugli schermi troverà una situazione molto cambiata, causa della crisi da virus cinese, ma lo era anche, per motivi diversi, quando uscì il primo Avatar, in Italia arrivato nel gennaio del 2010, in quel caso la situazione straordinaria era l’avvento del 3D . Difatti, proprio in quel periodo se ne andava un grande del cinema francese e mondiale di tutti i tempi, Eric Rohmer.
Ebbene, le coordinate autoriali del cinema rohmeriano e cameroniano, spesso hanno coinciso, soprattutto sul piano della scrittura dei dialoghi e nella coerenza stilistica, nonostante il tono e il registro dei film sia agli antipodi. Cameron a differenza di Eric Rohmer, che ha diretto per quasi cinquant’anni una trentina di lungometraggi, ha girato pochi film. Da Terminator (1984) a Avatar (2009) i film di Cameron sono appena sette, arriveranno a otto con il seguito di Avatar. Questo in trentasei anni.
James Cameron non appartiene molto alla stirpe degli Spielberg e dei Tim Burton, e neanche dei Tarantino e dei Danny Boyle. Sono intercorsi dodici anni dall’uscita di Titanic (1997) a quella di Avatar e ne passeranno altri dodici tra il primo e il secondo Avatar. Escludendo il documentario sul Titanic del 2003, Cameron non si è voluto spendere in piccole produzioni tra un kolossal e l’altro. E’ un metodo di lavoro estremamente saggio, tale da ricordare Kubrick (che non c’entra nulla con lo stile cameroniano, ovviamente). Ma non siamo dalle parti di uno come Nolan, che ormai è molto addentro alle questioni del mercato e resta fortemente legato alle sue fluttuazioni, come dimostra il fatto che Tenet sia il perfetto evento culturale uscito a dieci anni esatti di distanza dal prototipo di Inception.
Si direbbe che da Terminator a Avatar il cinema di cameron sia cambiato poco, non nella maturazione stilistica e di tono (le modalità di rappresentazione della violenza e la qualità fotografica dei film cambiano, da decennio a decennio), bensì nella scrittura. Per esempio, James Cameron ha una particolare predilezione per la scrittura dei caratteri dei marines, questo fatto è ben visibile su Aliens, Abyss, Avatar. Le uniche due volte in cui il regista ha modificato il carattere del suo cinema, producendo delle deviazioni dal suo argomento favorito, ovvero True Lies (1994) e Titanic (1997), la sua scrittura dei caratteri e della scena ha subito importanti rifrazioni che mal si sono sposate con l’intelaiatura visiva, sempre estremamente accurata, dei film, ma questo non ha impedito a Titanic di imporsi in modo più che egregio come Evento Culturale tale da marcare il tempo in modo indelebile. Cameron è fin dai tempi di Aliens che ha imparato a vendere un kolossal mercato, senza subire la fine di Roland Emmerich o John Woo.
E’ sempre difficile per un autore di cinema restare puntuali all’interno del mercato. Joe Dante e Zemeckis non ci riescono più da tempo, soprattutto il primo, Tim Burton ha dovuto pagare le conseguenze del suo inchino alla dittatura hollywoodiana (ma Dumbo resta un esempio luminosissimo di cinema americano per famiglie ad alto concentrato autorialista), Cameron è riuscito con Avatar a cavalcare le regole di mercato senza farsene soggiogare.
Il kolossal Avatar, se può destare sconcertati alcuni spettatori per l’utilizzo forsennato degli effetti speciali, può essere sicuramente apprezzato per la costruzione tagliente dei dialoghi, e per la precisione della scrittura della messa in scena. Cameron non è diventato un regista di opere al massacro lentissime e perfettamente inutili come Tarantino. Far uscire un film ogni dodici anni è una scelta precisa, risultato della resistenza alla bulimia di cui soffre il mercato americano (poi arrivano coreani e vincono a man bassa, visto che i concorrenti The Irishman, Joker, C’era una volta.. , 1917 e persino il buon Eastwood di Richard Jewell non riescono a produrre entusiasmi di novità sconcertanti).
L’immagine di Kate Winslet sul set di Avatar 2, immersa in una vasca e intenta a recitare con la tuta per il blu-screen lascia intendere solo in parte quello che si vedrà a Dicembre 2022. Di Avatar 2 per ora si sa solo che Cameron ha effettuato riprese in 3D alla Fossa delle Marianne, il punto della Terra dove l’oceano è più profondo.