Deadpool & Wolverine

Grazie ad un dispositivo spazio-temporale il supereroe Deadpool riesce a rimettersi in contatto con Wolverine, da tempo deceduto. Deve convincere il rude collega a combattere insieme a lui una temibile minaccia per l'umanità.
    Diretto da: Shawn Levy
    Genere: azione
    Durata: 128
    Con: Hugh Jackman, Ryan Reynolds
    Paese: USA/UK
    Anno: 2024
7.7

Gli incassi per ora danno ragione ai produttori. Alla data del 10/08 si registrano 924 milioni guadagnati contro i 200 milioni spesi. Ho visto Deadpool & Wolverine di Shawn Levy senza alcuna aspettativa e sono rimasto travolto dal turpiloquio e da alcuni eccessi sanguinolenti, per la verità neanche così pesanti come in altre occasioni. Dopo l’entrata in scena da Divo di Hugh Jackman nei panni di Wolverine, che avviene per l’appunto dopo mezz’ora, ho cominciato a rendermi conto della straripante sarabanda narrativa, dell’accumulo selvaggio, logorroico, vagamente disciplinato e ho notato che il carattere rude di Wolverine si sposava con la parlantina insopportabile di Ryan Reynolds.

Solo il giorno seguente ho visto la filmografia di Shawn Levy, regista che la memoria aveva totalmente messo da parte, come se non esistesse. Shawn Levy ha una lunga carriera, ha diretto molte commedie di successo (chi scrive non le ha viste, ecco perché non c’era alcuna aspettativa riguardo al film) come Una scatenata dozzina (2003), il rifacimento de La pantera rosa (2006), la saga di Una notte la museo (2006, 2009, 2014), persino l’insuccesso Oggi sposi… niente sesso (2003), Notte folle a Manhattan (2010), Real Steel (film d’azione con Jackman del 2011). Quindi, ha lavorato moltissimo nelle serie tv, fino ad arrivare agli 8 episodi di Stranger Things (2016-2022). Pura televisione del conformismo progressista, perfettamente calata nel contesto odierno.

Io ho visto il film senza minimamente tenere conto di queste prerogative di visione. Il risultato che ne consegue è uno spettacolo spassoso, articolato, in parte rubato (la citazione dall’universo di Mad Max è un furto a George Miller, ma è un furto molto pacato), tutto rivisto e vagamente malinconico. Abbastanza inutile dal punto di vista dell’apprendimento, ma è il problema che si pone davanti al cinema americano di oggi, dal quale non sembra possibile ricavare un minimo d’insegnamento di alto livello. Tanto vale andarsi a vedere la sitcom Game Shakers (2015-2017) dove viene raccontata la New York vista da un gruppo di ragazzini 13enni, dove i caratteri parossistici e surreali mostrano invenzioni del tutto puntuali e credibilmente futuristiche. Oppure andarsi a vedere, per chi non li ha mai visti, i film di John Sturges.

Per il resto, attendendosi all’anno 2024, bisogna fare i conti con l’immaginario odierno. E qui il lavoro il lavoro di Shawn Levy è la costruzione di un immaginario che crea una distanza dai film Marvel pur rimanendoci dentro. Erano ben 7 anni che non veniva riproposto il personaggio di Wolverine, fatto morire nell’ultra sanguinolento e pesantissimo (non si capisce bene il motivo: come fa un fumetto a prendersi così tanto sul serio?) Logan (2017) di James Mangold, la sua mancanza era molto sentita dopo il virus, così i produttori chiedono ai cinque (!) sceneggiatori, tra cui lo stesso Reynolds e il regista Levy, di creare uno stratagemma narrativo, in questo caso un congegno per viaggiare nel tempo e far vivere questo binomio inedito, dove lo stile da ragazzino smaliziato di Deadpool e quello del rude cowboy artigliato e traumatizzato Wolverine, produce una coppia di eroi improvvisata, come al solito piena di fracasso e pronta per il probabile seguito. Questo significa avere a che fare con l’industria di Hollywood oggi. Bisogna capire che i tempi sono cambiati e le cose non funzionano affatto come dovrebbero.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).