Assassinio sul Nilo

Durante una crociera lungo il fiume Nilo, l’investigatore Hercule Poirot dovrà vedersela con una serie di omicidi, legati a una coppia di giovani in viaggio di nozze.
    Diretto da: Kenneth Branagh
    Genere: thriller
    Durata: 127
    Con: Kenneth Branagh, Gal Gadot
    Paese: UK, USA
    Anno: 2022
6.9

Kenneth Branagh sa cosa deve fare quando deve riproporre un classico per il grande schermo. Aveva diretto un’operazione simile se non identica cinque anni prima, con Assassinio sull’Orient Express (2017). Assassinio sul Nilo (2022) ha le stesse caratteristiche ma con una costruzione profilmica (fotografia-scenografia-costumi-makeup) ancora più marcata. Il cast è di alto livello, ci sono vecchie glorie e nuovi volti, tutti collegati gli uni agli alti cone fine maestria.

Se c’è una cosa che rende Branagh superiore rispetto ai registi del post-cinema (nessun attrito tra CGI recitante e attori veri rectinati) come Joss Whedon e i fratelli Russo è l’orchestrazione e che lo avvicina, seppur con tendenze rimarchevoli, agli Spielberg, ai Ridley Scott e persino agli Scorsese e ai Tarantino è proprio l’orchestrazione del classico, la sua propensione per una direzione che parte da una visione d’insieme per arrivare al particolare e viceversa.

Della trama di Assassinio sul Nilo c’è poco da ricordare, si tratta di un intrigo giallo preso da Agatha Christie. Il punto d’osservazione prediletto dal regista inglese sono le ambientazioni, gli sguardi, gli atti segreti e non pronunciati, le schermaglie, ogni inquadratura ricorda che la confezione è di lusso, placcata di oro massiccio. Sarà cinema per anziane signore? Per chi non ha mai creduto alle menzogne del postmoderno? Chi scrive non ha mai potuto soffrire il mix di avventura fantascienza e mélo di del Toro sia con il risibile La forma dell’acqua che con l’appena migliore La fiera delle illusioni, tratto dal nettamente superiore film di Goulindg del 1947.

Ecco, Branagh sa ancora fare la differenza tra codici narrativi, estetici, sa che l’inquadratura esiste perché appartiene ad un tempo sublimato e non per citazionismo o ancora peggio per ammiccamento. Non credo che Branagh sia un regista ammiccante. Viene dalla letteratura ma non lavora sulle crinoline, non fa sentire il peso della pagina scritta, sa lavorare per immagini. La direzione degli attori resta la sua forza insieme alla costruzione del telaio visivo.