La truffa dei Logan

In West Virginia, il minatore Jimmy Logan si mette d’accordo con il fratello Clyde, reduce della guerra in Iraq, e la sorella Mellie, per fare una rapina alla Charlotte Motor Speedway. Jimmy inoltre contatta in prigione l'esperto di esplosivi Joe Bang. La situazione si complica dal momento che la rapina dovrà avvenire durante il Coca Cola 600, un evento seguito da milioni di spettatori.
    Diretto da: Steven Soderbergh
    Genere: commedia
    Durata: USA
    Con: Channing Tatum, Daniel Craig
    Paese: USA
    Anno: 2017
7.4

Una carriera strana davvero, piena di alti e bassi quella del mestierante di lusso Steven Soderbergh, sempre all’ombra prima degli Scorsese e degli Eastwood, e poi dei Paul Thomas Anderson e dei Fincher. Alla fine ce l’ha fatta a diventare Autore con la maiuscola. Agli inizi degli anni 2000 venne sbeffeggiato a più riprese per opere come Out of Sight (1998), Erin Brokovich (2000), Ocean’s Eleven (2001) e il remake di Solaris (2002). Poi arrivò la svolta con il dittico sul Che Guevara (Che L’argentino – Che Guerriglia) e da lì in poi opere come The Informant!, Contagion, Effetti collaterali hanno imposto lo stile di un regista che è stato capace grazie poche, calibrate, pennellate di autentica regia, di farsi largo nel mercato statunitense. Anche grazie alle sceneggiature di Scott Z. Burns.

Ora Soderbergh torna, implacabile con La truffa dei Logan (Logan Lucky), che potrebbe essere definito la versione proletaria di Ocean’s Eleven. Ed è una vera goduria, cinema americano indipendente, classico che sa star al passo coi tempi senza mai far pesare lo stile come un macigno (su The Hateful Eight l’autorialismo di Tarantino esplodeva in ogni scena, come un cerimoniale verboso ed estenuante). E’ una piccola sinfonia silenziosa La truffa dei Logan, una rapina alla Charlotte Motor Speedway diretta in punta di piedi come una gara condotta da un branco di sfigati che si risolve in uno stravolgimento dei ruoli, in un scambio continuo di identità tra bulli di periferia e padri di famiglia in bolletta.

Attori di secondo livello con la faccia sporca degli operai prendono il posto delle star da tappeto rosso della serie di Ocean. Nel cinema di Soderbergh quello che prima mancava in sede di continuità registica dal basso adesso viene completato da un modello di struttura narrativa più organica e disposta al rischio. Anche nei pezzi musicali il regista di The Informant! prende la scena e la letteralmente volare, si concede il lusso di far cantare la figlia del protagonista in una struggente ballata di montagna, per poi accendersi in modo impetuoso e inarrestabile quando nel finale usa il classico dei Creedence Clearwater Revival.

Il prossimo film di Soderbergh in uscita in Italia, Unsane è tutto girato con l’iPhone ed è ambientato in una clinica psichiatrica dove è stata rinchiusa una donna, interpretata da Claire Foy. Alcuni come il Mereghetti dal Festival di Berlino, dove il film è stato presentato, hanno subito storto il naso, ma in generale se ne parla con grande entusiasmo. Certo sarà molto interessante fare i dovuti collegamenti tra questa commedia di provincia diretta con la velocità di un diesel controllato da un cervello raffinatissimo, che ormai conosce tutti i segreti del mestiere, con un’opera horror altamente sperimentale.

A proposito dell'autore

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Classe 1981, co-fondatore di CineRunner, ha iniziato come blogger nel 2009, ha collaborato con Sentieri Selvaggi. I suoi autori feticcio sono Roman Polanski e Aleksandr Sokurov. Due cult: Moulin Rouge (2001) e Scarpette Rosse (1948).