In vista del matrimonio con la figlia del presidente della banca di Zurigo, dove lavora, Daniele decide di invitare i suoi ex compagni di liceo. Sarà l'occasione di ritrovarsi dopo tanto tempo, per condividere speranze disilluse, traguardi raggiunti e nuove esperienze all'orizzonte.
Diretto da: Carlo Vanzina
Genere: commedia
Durata: 91'
Con: Ricky Memphis, Adriano Giannini
Paese: ITA
Anno: 2014
C’erano una volta i fratelli Vanzina, che a loro modo sapevano fotografare il nostro paese, quello degli anni ottanta, popolato da cafoni arricchiti mossi da una sana e sanguigna vitalità, da altri invece che cercavano di nasconderla dietro composte e ridicole pose alto-borghesi, da lumaconi-playboy à la Jerry Calà, e dai vari cummenda con mogli più o meno annoiate al seguito.
Questa era la fauna che popolava il prototipo vanziniano Vacanze di natale, a suo modo, un vero e proprio cult con personaggi e battute entrate nell’immaginario popolare. Ma da quel lontano 1983 sembrano passati secoli: i figli di Steno, Enrico e Carlo, hanno perso il loro smalto ormai da tempo e questo Un matrimonio da favola, non fa eccezione. Ciò che i fratelli, tra i padri della commedia (all’)italiana popolare degli anni ottanta e novanta, hanno messo in scena altro non è che la solita paccottiglia di luoghi comuni, personaggi incolori, stereotipati, e il solito canovaccio di equivoci, tradimenti, amori mai sopiti che tornano a galla, e tanto conformismo di fondo.
Un matrimonio da favola è una commedia corale come il prototipo dei cinepanettoni Vacanze di Natale, e Sapore di mare, altro cult d’annata di Carlo ed Enrico. Ma se nei due archetipi vanziniani vi era l’indubbia capacità dei fratelli di fotografare un’epoca e creare macchiette memorabili, qua la premiata ditta Vanzina pare non far altro che conformarsi stancamente ad un certo modo di fare commedia proprio degli ultimi anni, da registi come Fausto Brizzi e dai vari seguaci-fotocopia come Paolo Genovese, per citarne uno.
In Un matrimonio da favola non c’è un momento che sia uno in cui si riesca a sospendere la cosiddetta incredulità, e peggio ancora in cui si riesca a fare qualche crassa risata: tutto sa di già visto, di stanco e becero copia-incolla di situazioni da rom-comedy-matrimoniale di matrice Usa.
Insomma, dietro la macchina da presa sembra davvero esserci Fausto Brizzi in veste di ghost writer-director, che gioca in maniera a dir poco facilona e paracula con stereotipi e cliché e in zona cesarini si “redime” con stucchevoli celebrazioni dell’amore, o dell’amicizia, come in questo caso (‘Le ragazze vanno e vengono. Gli amici restano.’ Con questa battuta si chiude il film.).
Tutto in questo matrimonio ‘da favola’ si risolve con il più classico, facile, fasullo e riconciliatorio rispolvero di un’amicizia di un gruppo di ex compagni di liceo riuniti in occasione del matrimonio del titolo di uno di loro. Ma dello spirito cialtrone, pecoreccio, e per questo (a suo modo) efficace dei fratelli, non vi è davvero più traccia.