In un futuro distopico per una sola notte i crimini e la follia sono consentiti. Nella notte in questione, il sergente Leo cerca vendetta contro chi ha ucciso suo figlio. Nella sua strada si imbattono Eva, madre single e la coppia infelice Shane e Liz.
Diretto da: James DeMonaco
Genere: horror
Durata: 103'
Con: Frank Grillo, Carmen Ejogo
Paese: USA, FRA
Anno: 2014
Nell’America del 2023 la criminalità è scesa ai minimi e il tasso di disoccupazione è quasi inesistente. Tutto merito del governo che ogni 21 Marzo permette all’intera popolazione americana di sfogarsi per 6 ore con tutti i crimini possibili, omicidio compreso così da “purificare” i cittadini che una volta liberata la propria animalità per una notte possono poi concentrarsi nel bene comune.
Anarchia – La notte del giudizio è il seguito di La Notte del giudizio, thriller di un anno fa che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico. A dirigere sempre James DeMonaco che per questo sequel riprende il concept della “notte dello sfogo” ma amplia il campo d’azione. Non più un solo set, come la casa del primo film, ma un intera città da percorrere come teatro delle vicende.
Un ampliamento non solo di messa in scena ma anche più esplicitamente politico. Se ne La notte del giudizio il sottotesto era più sottotraccia a favore della realizzazione, in questo secondo capitolo la voglia di fare un’ implausibile fantapolitica partendo da un concetto base assurdo e ambientata in una democrazia distorta la fa da padrona.
DeMonaco nelle intenzioni ha l’obiettivo di filmare un thriller distopico sulle orme dei maestri Romero e Carpenter che riuscivano ad unire all’abilità di plasmare il genere horror-thriller con una lucidità di critica sociale non indifferente.
Ma Anarchia – La notte del giudizio è lontano da quella complessità di racconto e non può far altro che essere grossolano e rozzo nelle sue metafore e nella società che dipinge. I ricchi si sfogano letteralmente per sfoltire le classi meno agiate, L’America amante delle armi che in questo nuovo futuro ne ha fatto un fondamento legislativo. Una fantasiosa visione post-democratica anche ambiziosa, ma incapace di sopportarne l’eventuale portata tematica.
Perché non c’è ragionamento sul contesto creato, non c’è portata etica e forza di critica, ma tanta superficialità di sceneggiatura che però ha la presunzione di fare la voce grossa con tematiche forti, senza comprendere di essere inutilmente presuntuoso.
Meglio quindi lasciare l’affiato politico di Anarchia – La notte del giudizio è concentrarsi sulla sua componente più di genere, ma la poca originalità nelle trovate, nella gestione degli spaventi e la prevedibilità delle situazioni non permettono al film di DeMonaco di elevarsi almeno a onesto ma solido prodotto thriller. Ma di onesto c’è molto poco, perché l’arroganza è parecchia e l’abilità è minima. La Notte del giudizio era un bluff, questo Anarchia lo è ancora di più.