La commedia ruota attorno a 5 personaggi: Laura e il ragazzo che ama, Sandro, suo padre, Pierre; Maxime, uomo maturo alla ricerca di avventure e Marianne, aspirante attrice.
Diretto da: Agnes Jaoui
Genere: commedia
Durata: 112'
Con: Agnes Jaoui, Jean Pierre Bacrì
Paese: FRA
Anno: 2013
Un tempo lontano, quando si era bambini si era soliti leggere il classico “C’era una volta” all’inizio dei racconti. Tutte le favole migliori avevano questo tipo di introduzione e c’era sempre spazio per sognare, immaginare, fantasticare.
Anche in Quando meno te l’aspetti la regista Agnès Jaoui prende per mano lo spettatore guidandolo tra gli alberi di una fitta foresta, attraverso una lunga serie di dissolvenze volte a dare ancora più credito al senso onirico. Lauren (Valérie Crouzet) è una ragazza di ventiquattro anni alla ricerca del principe azzurro. Nel sogno che racconta alla stessa attrice e regista Agnès Jaoui c’è la visione dell’uomo della sua vita, posizionato sotto la statua di un angelo, pronto ad accoglierla a braccia aperte e ad amarla incondizionatamente.
Non è un caso che qualche giorno dopo incontra ad una festa Sandro (Arthur Dupont), un giovane ragazzo dal viso genuino e dolce. Era in prossimità di una scultura dalla forma angelica. Un colpo di fulmine colpisce entrambi e, come ci insegnano le fiabe, nello stesso mentre. Da quel momento inizia una storia d’amore che però troverà numerosi ostacoli. Lauren si era affidata ad una cartomante, proprio come Pierre (Jean-Pierre Bacri), padre di Sandro. Per entrambi il pronostico aveva delle indubbie problematicità.
C’è la “scarpetta di Cenerentola” persa da Sandro allo scoccare della mezzanotte, la mela di Biancaneve che tenta la ragazza e c’è il lupo Maxime (Benjamin Biolay) che nella foresta è pronto ad indicare la retta via a “cappuccetto rosso”, ovvero Laura mentre indossa casualmente il cappotto e il cappello della tinta della medesima favola.
Le certezze di un amore solido e profondo divengono improvvisamente instabili pensieri che si erano ingenuamente radicati nella mente della giovane: è bastato poco a rompere l’incantesimo e a dare la vittoria all’affascinante quanto calcolatore e misterioso uomo. Non meraviglia che Lauren abbia perso la testa per una persona più grande e dalla presenza distinta; non meraviglia neanche la reazione che la ragazza ha nel momento in cui diviene consapevole di essere solo un “oggetto”: una delle tante bambole da collezionare sulla mensola. Maxime non ricambia l’amore e non potrebbe mai darsi realmente a qualcuno che vada al di fuori del proprio sé.
Quando arrivano i conti sono sempre alti i prezzi da pagare: Laura ha perso Sandro, che senza dubbio l’avrebbe trattata da regina, e ha scelto l’avventura; ritrovandosi sola. Sandro deluso dall’amore sembra all’improvviso ricordarsi della violinista che da sempre lo ha desiderato e aspettato; ma anche in quel caso l’impressione è che si sia accontentato di quel che il mercato aveva da offrire. Maxime non smette di vivere una vita senza legami. Per ogni personaggio principale o secondario c’è una strada da seguire e delle scelte da fare, dettate dalla mente più che dal cuore. Crescendo si perde la spensieratezza e aumentano le paure, le ansie e le difficoltà nel relazionarsi e mettersi in gioco.
La vita è un amaro compromesso, si sa. Sognare ad occhi aperti non è possibile: non ce lo si può spesso permettere; eppure sarebbe meraviglioso immergersi in una realtà altra e volare leggeri verso la felicità, a tutte le età.
La storia piatta e scontata, racconta molteplici situazioni attraverso visi cupi e mesti di persone incomplete. Non servono parole per descrivere gli sguardi depressi o infausti. Ci sono individui che non hanno una reale collocazione o un ruolo preciso eppure appartengono alla favola e contribuiscono, a modo loro, a lasciare un senso di insoddisfazione.
Le chiacchiere finiscono, le persone si stancano e si adattano ad una realtà diversa dalle iniziali aspettative. Ne dà conferma la sarcastica didascalia che precede i titoli di coda: “Vissero felici e contenti e si tradirono molto”.
Le chiacchiere finiscono, le persone si stancano e si adattano ad una realtà diversa dalle iniziali aspettative. Ne dà conferma la sarcastica didascalia che precede i titoli di coda: “Vissero felici e contenti e si tradirono molto”.