Una coppia di inglesi sposati, Nick e Meg, decide di trascorrere una piacevole vacanza a Parigi, dove avevano trascorso la luna di miele tempo fa. Ma l'incontro con Morgan, un amico di Nick li spinge a sperimentare nuove esperienze.
Diretto da: Roger Michell
Genere: commedia
Durata: 93'
Con: Lindsay Duncan, Jim Broadbent
Paese: UK, FRA
Anno: 2013
Finalmente anche i produttori se ne sono accorti: nel mondo di oggi dove la pirateria imperversa in rete, e dove i giovani molto spesso disertano le sale anche in favore della lingua originale, anziani e terza età sono diventati l’osso duro del pubblico. Coppie o amici che inseriscono il cinema nella loro routine fissa, appuntamenti settimanali che, quindi, riempiono le poltrone e a cui si deve fornire una lista appropriata di visioni.
Ecco perché, sempre più spesso, assistiamo a commedie d’oltreoceano o semplicemente straniere che hanno per protagonisti vecchie glorie, goliardici vecchietti ancora pieni di vita con cui lo spettatore medio di una certa età riesce maggiormente a rapportarsi. Dal candidato all’Oscar Nebraska, alla gang illustre di Last Vegas, i vecchini stanno prendendo il potere del grande schermo, con pellicole divertenti per più di una generazione.
Sulla stessa scia nasce anche Le Week-end, che ha la marcia in più nella firma registica del progetto, quel Roger Michell che ha regalato una delle commedie romantiche simbolo degli ultimi anni: Notting Hill.
Una regia del genere ha poi come inevitabile conseguenza quello spirito british padre di numerosi film deliziosi, anche perché, diciamolo, se c’è una cosa oltre alle serie TV che gli inglesi sanno fare bene, sono proprio le commedie, romantiche of course. Seguiamo così Meg e Nick, coppia di professori sessantenni tornare nella Parigi della loro Luna di Miele, con il romanticismo un po’ affievolito, i figli finalmente fuori casa, e la sensazione di aver perso tutta la verve e tutti gli obiettivi prefissati in gioventù.
I rapporti di forza tra loro sono gli stessi di Jesse e Celine della trilogia del Before di Linklater, neanche stessimo assistendo al quarto (o quinto?) capitolo della loro saga, con lei lunatica, dispotica e insofferente, e lui romantico incallito, ancora profondamente innamorato e succube del suo umore. La Parigi che trovano è ben diversa da quella che ricordavano, il loro hotel si è trasformato in un ostello troppo… beige, e decidono (o meglio, Meg decide) di osare, di andare a pernottare in una suite di lusso dove lo stesso Tony Blair ha alloggiato.
Il loro viaggio prende così la piega di un continuo confronto, con l’amore e la passione che lascia repentinamente posto a litigi e sfuriate, in un’instabile rapporto che sembra sempre più sul punto di rottura, soprattutto quando per caso incontrano un ex collega di Nick, stereotipo vivente dello snob radicale, autore di best seller, professore rinomato, nuova moglie giovanissima e amici intellettuali a seguito. E sarà forse questo scontro con ciò che poteva essere a rimettere in carreggiata il loro matrimonio, che, forse, aveva solo bisogno di spingersi al limite per ripartire.
A dare vita a questa coppia irresistibile sono degli attori perfetti come Jim Broadbent e Lindsay Duncan, capaci di una sintonia unica e di una credibilità nel loro ruolo fatto di ironia e presa di coscienza su acciacchi e inevitabili mancanze. Come detto, però, la magia del tutto sta proprio in quell’umorismo british, in quel modo giocoso di vivere un viaggio, una vita e un matrimonio che rendono Le Week-end malinconico e romantico, intelligentemente vero, che riesce a passare da fughe impossibili dai ristoranti a citazioni filosofiche e artistiche. La scrittura diventa quindi il punto di forza di una commedia per la terza età ma non solo, perché quando un prodotto è buono e tocca le corde più intime dello spettatore, può conquistare ogni generazione.