La vita di Ernesto Fioretti, dalla fanciullezza all'età adulta fino alla vecchiaia. La sua vicenda viene narrata sullo sfondo della Storia d'Italia degli ultimi 30 anni. Dalla DC a Berlusconi.
Diretto da: Giovanni Veronesi
Genere: commedia
Durata: 113'
Con: Elio Germano, Alessandra Mastronardi
Paese: ITA
Anno: 2013
Siamo nel 1967 e vediamo l’ex-cursus fino ai giorni nostri, della vita vissuta da Ernesto Fioretti (Elio Germano) un giovane e comune ragazzo romano, figlio di un tappezziere in cerca di una personale sistemazione. Innamorato di un’affascinante donzella (Alessandra Mastronardi), inizia a collaborare con il padre per potersi permettere il primo e grande passo.
Poco dopo il matrimonio cambia lavoro: decide di aprirsi una ditta di trasporto con il suo fedele e caro amico d’infanzia (Ricky Memphis). L’attività prosegue bene, fin quando il suo socio non decide di entrare in altri giri, dedicarsi ad affari più importanti e sinistri. Speranzoso nelle promesse politiche, vive tra macchine di lusso e ville; mentre Ernesto deve cercare il modo di arrivare a fine mese, onestamente.
Vagamente somigliante all’Intrepido di Gianni Amelio, per l’instabilità della vita vissuta e la continua frustrazione nel dover iniziare una giornata pronta a riservare solo punti interrogativi, il film racconta la storia di un uomo disperato e disposto a tutto per la felicità della sua famiglia e di se stesso.
Si passa per il 1977 e poi per gli anni di piombo: epoca in cui vigeva la paura e l’omertà; anni in cui non ci si poteva fidare di nessuno, veramente. Poi i primi anni ’90 e l’inizio del “berlusconismo”, dove sono stati riposti aspettative e sogni. Il sorriso rassicurante del leader sui manifesti pubblicitari era proprio quello che si andava cercando.
Non mancavano riferimenti alla situazione vissuta fino allo scorso anno: gli scandali riguardanti la bella vita della politica e le escort, l’emergenza rifiuti e la crisi, ne sono degli esempi. Al di fuori di questa interessante cornice c’è una storiella d’amore e tanta illusione.
L’amarezza di chi prova a vincere il superenalotto, di chi cerca l’aggancio importante, di chi non ha nulla da insegnare ma solo tanti regali da fare; in cambio, quasi sempre, di qualcosa.
Infine, c’è la gente onesta, le persone per bene, quelle intelligenti che amano discutere e litigare per poi far pace; quelle che amano ragionare e non seguire l’istinto, quelle che preferiscono accontentarsi di un uovo oggi, perché la gallina domani potrebbe non esserci. Insomma, persone comuni che conoscono i veri valori: l’amore, la sincerità, la famiglia e la salute, ai primi posti; il resto è un surplus.
Veronesi ostenta per alcuni versi con il sub plot; ma il filo narrativo principale è leggero e divertente. Molti gli attori di rilievo, interessanti delle scelte registiche e dei movimenti di macchina, ma in realtà qualcosa non convince pienamente l’astante: sarà forse l’accostamento di battute poco brillanti e parolacce ad una tematica potenzialmente importante? Sarà che alcuni temi hanno già stancato? O forse sarà che in certi casi ci si crea aspettative e troppo spesso se ne resta un po’ delusi?