Chef – La ricetta perfetta è l’ultima fatica scritta, diretta e interpretata da Jon Favreau, presentata allo scorso Tribeca Film Festival, dove si è aggiudicata il premio del pubblico. Ad alcuni potrà sembrare quantomeno strano che il regista dei primi due Iron Man, nonché produttore di The Avengers, possa aver diretto un film così piccolo e personale, lontano dai grandi numeri dei blockbuster. Tuttavia, non c’è nulla di cui stupirsi: Jon Favreau lavora instancabilmente ai suoi numerosissimi progetti di attore, regista, sceneggiatore e produttore, sfruttando gli incassi al botteghino per realizzare opere come Chef, forse non particolarmente originali, ma sicuramente caratterizzate da una spiccata impronta indipendente. La storia raccontata è quella di Carl, famoso chef di un ristorante di Los Angeles, che, via Twitter, ha un violento scontro con un critico culinario. Ritrovatosi improvvisamente senza lavoro, l’uomo è costretto a reinventare se stesso e con l’aiuto del figlio di dieci anni comincia a vendere street food a bordo di un camioncino.
Chef è una commedia con tutti gli elementi giusti per commuovere e intrattenere, sebbene in alcuni momenti appaia un po’ prevedibile (dalla storia d’amore di Carl con un’avvenente cameriera, interpretata da Scarlett Johansson, al finale romantico). In ogni caso, la pellicola risulta particolarmente piacevole e divertente, assestandosi su un equilibrio ben bilanciato nel quale non si ride mai a crepapelle, né ci si dispera per le sventure del protagonista: molto più semplicemente, si sorride sempre. In parte originale, è, poi, la rappresentazione delle conseguenze, positive e negative, che la sovraesposizione nei social network può avere. Da questo punto di vista, lo sfogo di Carl nei confronti del critico culinario risulta assolutamente autentico e vero, simili a milioni di video visti su Youtube, ma proprio perché simile a molti altri destinato ad essere dimenticato, anche se mai cancellato.
D’altronde, come ogni invenzione umana, il social network può essere allo stesso tempo benefico e nocivo. Quest’ultimo è, infatti, lo strumento attraverso il quale non avviene soltanto la caduta di Carl, bensì anche la sua risalita: un american dream che si disfa e si ricompone più velocemente del solito, perché «veloce» è l’epoca in cui viviamo. In questa sede non possono, infine, essere dimenticati i preziosi cameo di Dustin Hoffmann, nei panni dell’ottuso proprietario del ristorante dove lavora Carl, e, soprattutto, di Robert Downey Jr., nei panni dell’eccentrico ex marito della moglie di Carl (Sofia Vergara).